Un percorso turistico culturale in nome del filet che racconta la storia millenaria di Bosa che passa attraverso le strade più caratteristiche del centro storico, le numerose Chiese, la Cattedrale dell’Immacolata, il Museo Casa Deriu, l’Orologio ottocentesco, il Castello di Serravalle eretto dai Marchesi Malaspina, il Teatro Civico, la pinacoteca Atza, epigrafi e raffigurazioni. Un itinerario che intende valorizzare anche i valori ambientali ed enogastronomici.
È questo il fil rouge alla base del progetto “BRIC” – Una rete tra identità e cultura finanziato dal ministero dell’Interno che ha ottenuto il quarto miglior punteggio a livello nazionale.
La città di Bosa, infatti, è stata colpita in modo consistente dalla diminuzione dei flussi turistici durante l’epidemia Covid 19, con un calo delle presenze turistiche nel periodo 2019-2020 di ben 63.760 unità. (su un totale di 95.890).
Il contributo di 200.000 euro concesso a sostegno delle piccole e medie città d’arte e dei borghi (nel complesso ne hanno beneficiato 50 Comuni italiani) prevede la realizzazione di iniziative volte ad aumentare la conoscenza e la fruizione del patrimonio storico-artistico e attività diversificate di promozione e di comunicazione anche digitale.
La lavorazione del filet espressione della tradizione e della cultura di notevole valore per questa città non è attualmente valorizzata e conosciuta a livello regionale, nazionale e internazionale
Questa espressione dell’arte del ricamo su rete, tipica della Sardegna, vanta una storia ricca e una tradizione che si tramanda attraverso le generazioni. Il filet di Bosa è ancora oggi una pratica diffusa e in città è possibile trovare artigiani e piccoli laboratori che realizzano questa tipologia di merletto. Anticamente questa pratica era utilizzata principalmente per drappeggi, come quelli per i letti a baldacchino, ma oggi si possono trovare varie applicazioni, dai tessuti per abbigliamento a oggetti decorativi.
Va inoltre considerato che il filet è candidato al riconoscimento come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Il progetto è coordinato dall’assessore al Turismo e alla Cultura di Bosa, Marco Mannu, che si avvale della collaborazione della Società di consulenza e progettazione europea Insight e della Società Space, specializzata nella progettazione di sistemi a tecnologia avanzata per musei, distretti culturali e città d’arte.
L’attenzione dell’amministrazione comunale è indirizzata, riferisce l’assessore, a potenziare il “brand Bosa” promuovendo l’immagine e l’anima del luogo, progettando l’identità competitiva con opportune strategie; questo progetto sarà coerente con quanto previsto da Piano strategico di valorizzazione e promozione della Rete dei Borghi certificati della Sardegna, presentato recentemente dall’assessore regionale al Turismo, Franco Cuccureddu, nel corso 10ª edizione di Agritravel Expo (manifestazione internazionale dedicata al turismo slow e sostenibile organizzata a Bergamo).
“Con questa iniziativa portiamo avanti l’impegno assunto con i nostri concittadini di creare nuove opportunità di sviluppo economico e culturale per Bosa, allargando la prospettiva turistica oltre il periodo e i luoghi del turismo strettamente balneare. La nostra città ha molto da offrire anche in termini storici e culturali e il progetto Bric è un valido strumento per far conoscere e valorizzare questi aspetti”, commenta il sindaco di Bosa, Alfonso Marras.
La finalità del progetto è quindi di favorire la capacità locale di attrarre un viaggiatore consapevole, interessato al patrimonio storico, culturale, ma anche enogastronomico e paesaggistico”. Si pensi, a ulteriori valori distintivi quali ad esempio: la strada della Malvasia e la presenza dei grifoni, con un numero significativo di esemplari, motivo di attrazione per gli amanti del birdwatching.
“L’intento – aggiunge l’assessore Mannu – è quello di costruire un sistema organizzato e qualificato che favorisca anche la collaborazione con soggetti locali, operatori turistici e partner istituzionali in stretta connessione con le principali iniziative di promozione regionale come, ad esempio, i cammini e le destinazioni di pellegrinaggio.
Le azioni che verranno realizzate nelle prossime settimane dal team dei consulenti prevedono iniziative di comunicazione e promozione e marketing, realizzazione di una App bilingue, l’installazione di pannelli descrittivi e di un percorso fotografico, relazioni istituzionali e attività di sensibilizzazione e formazione rivolte a diversi target.